21 Ottobre 2012
Quasi in contemporanea riesco ad accaparrarmi un biglietto per l’Helldone, esce Strange World ed io comincio a curare la rubrica “From Hell…sinki”.
Vedere gli HIM tornare in scena a pochi mesi dal tuo trasferimento in Finlandia, provare il brivido di aprire il loro sito italiano ufficiale (www.heartagram.it) e leggere il tuo nome…
Non so se sia merito delle stelle, dell’allineamento dei pianeti, di Dio, della Dea o di Ville Valo, sta di fatto che mi sento stramaledettamente fortunata.
Questa è una storia d’amore cominciata circa sei anni or sono; allora la mia vita era molto, molto diversa ed in parte naturalmente ero diversa anch’io. Le diciottenni darkettone che avendo tre anni in più di me si sentivano donne vissute, e che ascoltando esclusivamente gruppi cult si ritenevano intenditrici di musica erano ancora in grado di farmi saltare i nervi, tanto per fare un esempio.
Detestavo il fatto che gli HIM non venissero presi sul serio artisticamente per via della bellezza di Ville.
Nel mondo del pop, in linea di massima, non si entra senza essere strafighi secondo gli standard estetici del momento. Nel mondo del rock e del metal non si viene presi sul serio se secondo gli standard estetici del momento non si è brutti; questo vale solo per gli uomini però, perché attirano ragazzine starnazzanti, e i metallari odiano le ragazzine starnazzanti. Dunque, al diavolo la musica, i gruppi da ascoltare si scelgono in base a quello che si crede sia il loro pubblico!
Roba da far venire il voltastomaco… O meglio, roba che mi faceva venire il voltastomaco quando in ambiente “alternativo” ancora mi aspettavo di trovare qualcosa che fosse effettivamente alternativo, non certo un mondo di quarterback e cheerleader, gente disposta a fare e raccontare di tutto per sembrare in, snobbanando profondamente chiunque fosse out.
Ma a me raccontare di essere fan solo dei Queen e dei Cure, per poi dormire con Love Metal sotto al cuscino non interessava. Per carità, massimo rispetto per gruppi che hanno segnato la storia della musica e grazie a cui pezzi straordinari hanno visto la luce, ma dire di amarli non può e non deve diventare un modo di mettersi al riparo dalle critiche.
Qualcuno asseriva che gli HIM fossero uno sterile prodotto commerciale, io sulle note delle loro canzoni ho sempre fatto dei viaggi mentali incredibili; molte delle cose che scrivo tuttora sono frutto di quei viaggi. Mi hanno sempre fatta impazzire i piccoli dettagli dei brani, i modi in cui si ricollegano l’uno all’altro, ad esempio l’introduzione di In The Nightside Of Eden che riprende Killing Loneliness.
Col tempo però ho capito una cosa: tutte le band sono “inutili”, suonano “pezzi che sanno di già sentito”, “non hanno inventato nulla di nuovo” e sono “un fenomeno passeggero”, fin quando la storia non le legittima.
Sì, gli HIM sono decisamente una passione passeggera per me, per questo li amo da quando avevo quindici anni e ancora oggi, oltre ad accompagnarmi nel quotidiano, mi ispirano nel mio lavoro di scrittrice.
Sono un fenomeno passeggero nel mondo della musica e non ne segneranno mai la storia, per questo sono sul punto di festeggiare i primi vent’anni di carriera, per questo molti nuovi gruppi si ispirano a loro.
Che altro dire?
Lunga vita a Sua Maestà Infernale!