Il Sogno che Uccide
15 Giugno 2012
E anche Il Sogno che Uccide è andato. Per la pubblicazione ci vorrà ancora un bel po’, ma ormai è andato.
Non sono una madre, ma mi viene spontaneo credere che con i libri sia un po’ come coi figli: iniziano dentro di te, nascono, fai tutto il possibile per farli crescere al meglio, poi – chissà come – arriva il momento in cui sono pronti per affrontare il mondo, e devi lasciarli andare, un po’ perché è giusto, un po’ per metterli alla prova, un po’ per mettere alla prova il lavoro che con tanta fatica hai portato avanti.
È vero, si tratta della mia terza opera (di già), ma questo è il mio primo sequel, e i sequel (si sa) sono bastardi; soprattutto quando non hai nessuna intenzione di gettare alle ortiche tutto quello che è venuto prima.
Mi sento un po’ come Yochebed che lascia Mosè nella cesta di vimini.
Per carità, non mi aspetto che Il Sogno che Uccide liberi un popolo, ma sarei davvero felice se si rivelasse in grado di suscitare qualche dubbio.
Ah, a proposito di dubbi: cari i miei due lettori e mezzo, qualche idea su cosa sia accaduto a Desdemona?