Ombre
Guardo la pagina di Gino Strada, mi capita di scorrere i commenti; noto che spesso lo staff è costretto ad informare gli utenti di aver cancellato i loro commenti perché contenenti insulti.
“Saranno ragazzini che non hanno un cazzo da fare nella vita”, penso, e spero, poi clicco sui nomi, do un’occhiata ad un paio di profili, e vedo una pensionata, che nella foto di copertina esibisce affetto per il proprio cane abbracciandolo stretto, poi vedo un quarantenne.
Ripenso a tutti quelli che hanno gioito degli ottocento morti in mare (sì, pareva che fossero settecento, invece purtroppo son molti di più), e mi rendo conto più che mai che è davvero ora di smetterla di parlare di “opinioni diverse” e di cominciare a capire che il Male è tornato, se mai se n’è andato.
In particolare mi dispiace per i sopravvissuti ai campi di concentramento, perché io al posto loro avrei sperato che le atrocità vissute fossero perlomeno servite ad abbattere dei muri, a rendere l’umanità un po’ più umana.
Invece eccoci qua, settant’anni dopo, con le stesse ombre che strisciano fuori dagli angoli in cui si erano nascoste, e si riavvicinano nel tentativo di divorarci il cuore.