May 23

Io So Come Ti Senti – Lettere ad un Artista

23/5/2014

Io so come ti senti.
Comprendo fino in fondo la sottile e contorta maledizione per cui non riesci ad essere presente come vorresti; sei sempre un passo avanti o dieci indietro, perso fra quello che è stato e quello che speri per il futuro.
Niente ha importanza, a meno che non sia scritto su un foglio o inciso sulla parete interna del tuo cuore, lì dove nessuno può leggerlo, giudicarlo o parlarne fino a fargli perdere di senso.
Questo è un mondo violento, e violento sei anche tu, a tuo modo: brutale con te stesso, irrimediabilmente cinico quando si tratta dei tuoi bisogni, ma al tempo stesso disperatamente speranzoso riguardo al fatto che, all’esterno, ci sia qualcuno in grado di spegnere la sete che non ti ha mai abbandonato dal giorno in cui formulasti il tuo primo pensiero.
Arrivi a sfiorare l’idea di tradirti, di appendere l’anima al chiodo e fingere di non accorgerti di quanto ti senta inadeguato, sempre combattuto fra l’amore per il tormento che ti dona la presunzione d’essere speciale e la sorda voglia di liberartene.
Come Caino porti un segno sulla fronte, tutti intuiscono cosa sei ma a nessuno è dato di toccarti.
Hai lasciato che qualcuno si aggrappasse a te, nella speranza che la sua leggerezza potesse contagiarti, ma adesso ti ritrovi a fare i conti col fatto che ciò che è stato spacciato per leggerezza era in realtà un vuoto acido e senza soluzione.
Un giorno arriverà la conferma che aspetti. Un giorno una mano amorevole si poserà sulla tua fronte, forse non cancellando il marchio, ma alleviando il dolore che con sé porta.
Un giorno accadrà, anche se non lo credi, e sarai sorpreso nello scoprire che la felicità non è fatta di cartone, che anche un poeta storpio ha il suo angolo di paradiso, dove non sentirsi poi così fuori luogo. Ti accorgerai che non c’è bisogno di camuffare la voce perché qualcuno decida di ascoltarti.
Ci vorrà solo più tempo; tempo che non abbiamo, considerando che viviamo tutti un grande conto alla rovescia, ma nel caso in cui la fortuna dovesse sorriderci, allora forse il momento giungerà prima dello zero.
Adesso starai pensando che io voglia solo incoraggiarti, che cerchi un lieto fine a basso costo per la mia storia, ma credimi, non è così.
Io sono solo l’ombra proiettata al tuo fianco durante il cammino fra Inferno e Purgatorio, un’ombra con la presunzione e la speranza di poter vegliare su di te, che condividi in fondo le mie stesse pene e i miei stessi sogni.
Io so come ti senti.

May 4

La Torre di Sauron – Questo Mondo Sopravviverà?

23 Luglio 2012
“  Matteo 24:14 dice: ” E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”.
Vede, signora? Anche la concorrenza parla di noi, e sa di essere spacciata  “.

-Un Testimone di Sauron, la domenica mattina alle cinque

Il mondo subisce l’influsso dell’egoismo dell’uomo e giorno dopo giorno, lentamente, va allo sfacelo.
Perché tollerare tutto questo?
Perché sopportare questa inevitabile deriva?
Sauron, nella sua infinita potenza, può fare sì che il graduale surriscaldamento globale abbia fine. Da un giorno all’altro tutto può divenire legna da ardere per le fucine di Mordor.
Non ascoltate politicanti, ambientalisti o apostati che vi promettono la salvezza.

D’altro canto ci sembra opportuno affrontare la tematica della crescente fede di molti nel falso dio Cthulhu.
Ebbene, sappiate che se egli dovesse perseverare nell’affermare di essere il più grande dei mali, l’occhio di Sauron farà di lui un’epica grigliata di pesce che, naturalmente, si consumerà a Barad-dûr.

Continuiamo dunque ad essere zelanti nella predicazione del Regno di Sauron, egli non mancherà di ricompensarci.
Forse.

May 4

Desperate Housewriter – Capitolo 2: Dallo Zimbawe con Amore

6 Dicembre 2013

Diana, arrivata appena al secondo episodio, già si rende conto del fatto che la sit-com di cui è protagonista è la più lenta del mondo.
Nessuno si permetterebbe una pausa di tre mesi fra un primo ed un secondo episodio, ma lei è una radical chic, convinta che l’intellettualesimo (movimento religioso a cui tutti gli scrittori/registi snob aderiscono) unito alla noncuranza dei tempi dettati dall’epoca di internet, alla fine ripaghi.
A dirla tutta è anche una radical chick (*), convinta del fatto che la propria figaggine (quella cervellotica e quella estetica) le varrà un domani una vita sentimentale felice.
Le sue idee sono validissime, infatti è spiantata e single.
Ma non importa: al mondo serve sempre del tempo per comprendere i geni, soprattutto quando non riescono a trovare un modo di uscire dalla lampada.

Arrivata a questa battuta di una tristezza francamente imbarazzante, si rende conto di avere bisogno – come in tutte le sit-com che si rispettino – di qualche co-protagonista . Per questo, cercando di introdurre il nuovo personaggio con naturalezza, impugna il telefono e chiama Barbara, l’amica di sempre (cercando di tenere lontani dalla mente Ale & Franz).
B: <<Pronto?>>
D: <<Sono io.>>
B: <<Io chi?>>
D: <<Il Presidente dello Zimbawe.>>
B: <<Lo Zimbawe ha un presidente?>>
D: <<Credi davvero che qualcuno ti informerebbe dell’eventuale inesistenza del Presidente dello Zimbawe dopo essersi presentato come tale?>>
B: <<Diana, che vuoi?>> chiede mettendosi a ridere.
D: <<Stavo pensando…>>
B: <<Adesso sì che mi spaventi.>>
D: <<Stavo pensando di fare qualcosa per smuovere la situazione.>>
B: <<Tipo un rave?>>
D: <<Sì, ai rave si vendono un casino di libri… Dai, seriamente, non so più cosa fare davanti ad un pubblico che spende milioni di euro per comprare in libreria la carta igienica di Stephenie Meyer, ma che andrebbe pagato per leggere qualcosa di diverso.>>
B: <<Tu non segui The Walking Dead?>>
D: <<Sì, lo adoro.>>
B: <<Beh, allora usa questa passione e combinala al metodo Meyer.>>
D: <<…>>
B: <<Pronto?>>
D: <<Credo di non aver capito; cioè, più che altro lo spero.>>
B: <<Una storia d’amore fra una liceale e uno zombie!>>
D: <<Ma come…?>>
B: <<Ma sì, dài, lui arriva in città, tutti lo prendono in giro perché è una frana in ginnastica, ma lei è l’unica a capace di vedere il romanticismo dietro alla sua lentezza di movimento, la sensualità nei suoi gemiti.>>
D: <<Potrei vomitare…>> (Cit.)
B: <<Non essere superficiale: anche gli zombie possono nutrire sentimenti!>>
D: <<Barbara, l’unica cosa che gli zombie nutrono è il loro stomaco, quando ancora ne hanno uno.>>
B: <<Ma, a proposito, quando non hanno più lo stomaco, dove finisce quello che mangiano?>>
D: <<Non credo di volerlo sapere.>>
B: <<Dovresti! Altrimenti come parlerai, nel tuo prossimo libro, del momento in cui lui le presenta la sua non-morta famiglia?>>.
D: <<Barbara, non scriverò mai un simile abominio…>>
B: <<Ma perché? Guarda che ne potrebbe venir fuori una bella storia d’amore!>>
D: <<Di sicuro darei un nuovo significato al termine “relazione carnale”>>.
B: <<Vedi che cominci a trovare anche tu gli aspetti positivi dell’idea?>>
D: <<Per renderlo davvero spaventoso potrei scrivere un passaggio in cui lo zombie dedica alla ragazza una canzone di Vasco Rossi.>>
B: <<”Se Mordo una fragola mordo anche te” diventerebbe una frase con un sapore tutto diverso.>>
D: <<Almeno i vari rantoli fra una strofa e l’altra avrebbero senso di esistere.>>
B: <<Poi, nel caso in cui qualche regista dovesse decidere di creare la versione cinematografica del tuo romanzo, avresti già un’idea per il protagonista.>>
D: <<Tutto ciò diventa sempre più spaventoso.>>
B: <<Vedi? Così rimarresti comunque in qualche modo fedele a ciò che ci si aspetta da un racconto sugli zombie.>>
D: <<Ma mi spieghi come dovrebbe fare uno zombie ad andare a scuola e studiare?>>
B: <<Potrebbe essere una frana negli studi e per questo i genitori di lei potrebbero opporsi alla storia; sarebbe uno spunto in più!>>
D: <<Certo, mia figlia torna a casa con uno zombie e io mi preoccupo dei suoi voti!>>
B: <<Basta ambientare la storia in America.>>
D: <<Eh?>>
B: <<Beh, potrebbe andare così in un Paese in cui trovi granate in regalo nell’Happy Meal, ma la colpa delle stragi nelle scuole viene data ai videogiochi.>>
D: <<Dunque, ricapitolando: lui zombie liceale, lei umana liceale, lui per ovvie ragioni non è un bravo studente, quindi la famglia di lei si oppone…>>
B: <<Se poi vuoi aggiungere la tematica sociale, lui può essere uno Zombie nero e povero proveniente dallo Zimbawe.>>
D: <<Sì, poi intitolo il libro “Indovina Chi Viene a Cena?”?>>
B: <<No: si parla di uno zombie, quindi lo intitoli “Indovina Chi È la Cena”.>>

(*) Chick = Pollastra

May 4

La Fattoria della Bile

7 Aprile 2012

“L’ansia, la paura che provo ogni volta che devo uscire di casa, per andare al lavoro, circondato da tutto quel vociare o talvolta assalito da un silenzio che mi gela il sangue nelle vene… Cosa ho?(…) Prima ce l’avevo con me stesso, adesso ce l’ho con me stesso e con gli altri, insomma ce l’ho con tutti. C’è qualcosa di oscuro in questo mondo, un male in più, un virus… e io sono il portatore sano di questo virus”.

-Da Edipo.com, di Gioele Dix e Sergio Fantoni –

“La ragione per cui son così triste,
in verità, non so nemmeno dirla;
mi sento come oppresso internamente,
ed anche voi mi dite che lo siete;
ma da dove mi venga quest’umore,
dov’io l’abbia trovato,
come ci sia caduto, di che è fatto,
da che nasce, lo devo ancora apprendere;
m’intorpidisce a tal punto lo spirito
che stento a riconoscere me stesso”.

-Da Il Mercante di Venezia, di William Shakespeare –
Dovrei trascorrere meno – molto meno – tempo navigando in Internet. Risorsa straordinaria, non lo si può negare, ma quanto veleno…

La logica delle “pagine contro”, non mi è mai stata molto chiara. Non parlo di quelle serie, che si propongono di opporsi ad ingiustizie concrete; parlo di pagine contro questo o quel cantante, contro tale scrittore o talaltro attore.
Ho poco tempo da dedicare a tutte le mie passioni; perché sprecarne parlando di gente che, secondo me, non merita attenzione? Piuttosto cerco, nel mio piccolo, di fare un po’ di pubblicità a ciò/chi apprezzo.
Me ne rendo conto: sembra un ragionamento piuttosto scontato, ma a guardarsi intorno non si direbbe.

I salotti televisivi e i talent show devono averci bruciato il cervello. Chiunque ha l’obbligo di avere una parvenza d’opinione su tutto; bisogna ad ogni costo criticare aspramente chi fa qualcosa in un modo che a noi non piace.
Ci sono momenti in cui LA rete diventa UNA rete; veniamo catturati, per finire dritti dritti in una gigantesca fattoria della bile. Frustrati, come cani rognosi ci sbraniamo fra noi.

La soluzione? Più amore. Suonerà molto cristiano rispetto a ciò che ci si aspetta da me, ma lo credo davvero.

May 4

La Gente che Conta

11 Giugno 2009

La gente che conta a volte neppure lo sa. E’ splendidamente ignara. La incontri per caso e ti segna. A volte ha un volto, a volte non ne ha nessuno, altre ne ha perlomeno tre o quattro.
La gente che conta è sempre, e dico sempre, assurda. E’ un mondo a parte. Vive di note e di abbracci, partorisce idee e creazioni. A volte quando si accorge di contare si irrigidisce un po’, poi fa le sue scelte.
La gente che conta è trasparente, è seria, eppure è capace di una dolcezza disarmante. E’ elegante fino all’inverosimile, ma per niente snob.
La gente che conta capisce, fondamentalmente capisce e comunica.
La gente che conta la porterò con me, a vita.