February 22

La Tomba – Lettere ad un Artista

TombaArriva, nella vita di ogni onesta ombra, il momento in cui – spalle al muro – ci si domanda fino a che punto il proprio male sia l’effetto delle azioni altrui e dove si cominci invece ad esserne la causa.
Sono viva ed in buona parte colpevole della mia dipendenza dal tuo percorso.
E come festeggiare questa consapevolezza, se non danzando?
Al suono di una fisarmonica ballo e sputo sulla tua tomba, poi m’inginocchio e piango, poi il pianto si trasforma in risata isterica; mi alzo e riprendo a ballare.
Tanto quella tomba è vuota: tu sei vivo e vegeto, e la tua voce ancora mi tormenta. Ballo, rido e urlo forte abbastanza da sovrastarla.
Un giorno forse mi finirà il fiato e sarò io a finire in quella tomba, vittima di un funerale anticipato che solo per disperazione ho provato a celebrare.

November 14

Una Sola Risposta – Lettere ad un Artista

Tuttavia, mio caro, da ombra troppo impegnata a giurare e spergiurare la propria dedizione nello starti accanto, ho trascurato un aspetto fondamentale: il modo in cui infetti la mia mente, in cui tu mi perseguiti anche nei rari momenti in cui – come adesso – mi nascondo in macchie di luce proiettate da soli veritieri e nobili, comunque destinati a collassare poiché diversi dal sole nero.
Le ombre come me provengono da un universo in cui esiste una sola risposta giusta, ahimé, e sono consapevole del fatto che la vita non verrà risparmiata alla stella che in questo frangente mi nutre.
Voglio ad ogni modo che tu sappia che non ti odio per questo, e neppure ti odio per il rancore nei miei confronti, che sorge guardandomi mentre mi abbevero ad una sorgente di luce.
So che non conosci il vuoto che sei in grado di lasciare, tanto quanto non conosci la profondità dei sentimenti che sei in grado di suscitare; altrimenti non dubiteresti, sapresti che l’amore che ti porto è parte della mia identità.
Cullerò anche la tua rabbia e la tua delusione, in attesa che si affievoliscano come il pianto di un infante.
Sono un’ombra ben più persistente del tuo lato oscuro.Sole

September 7

Settembre – Lettere ad un Artista

soleneroE così è giunto il vero inizio dell’anno: settembre, con le foglie che cominciano ad ingiallire e nell’aria il profumo di libri appena stampati.
Per noi che viviamo sul tetto del mondo significa anche l’arrivo del buio, ma per adesso si tratta di un’oscurità timida, ancora distante da quella che durante l’inverno tenterà d’ingoiarci.
Tanto non ce la farà; come ogni anno schioccherà le ganasce a vuoto, senza sfiorarci, perché costantemente ci scalda dall’interno il fuoco del sole nero, mentre dall’esterno il chiarore della luna nera ci indica la via.
È sempre stato così, ed è da sempre questo ciò che abbiamo cercato di mettere in parole e musica, persino quando non ce ne rendevamo conto.
In qualche modo so che le ombre di settembre mi permetteranno di strisciarti accanto.
In qualche modo so che l’eco della tua voce arriva a me perché vi è indirizzata, tutt’altro che distratta.
Mi crogiolo nella bellezza della distanza fra speranza e consapevolezza, perché quando si tratta di te io so.
Sei un ritornello già ascoltato un milione di volte ma di cui mai mi stanco;
sono un motivo appena sbocciato che canticchi sommessamente, senza neppure accorgertene.
Verrà il giorno in cui sentirai il bisogno di appuntare le note su un pentagramma e di trovare le parole giuste per me.
Quando accadrà sarà senz’altro settembre, perché per me sarà l’inizio dell’anno, e nell’aria si sentirà odore d’inchiostro fresco.

July 10

Chi Ti Fa del Male Non Esiste – Lettere ad un Artista

InscribedChi ti fa del male non esiste.
La tua immaginazione è una lama a doppio taglio, un pennello con cui dipingi vivide immagini che commuovono il tuo pubblico, lo stesso pennello che usi per ritoccare – fino allo snaturamento – l’immagine della possessività di chi ti sta accanto, scegliendo di farla diventare amore.
Le scenate di gelosia si trasformano in moti d’affetto, e tu metti in atto l’abominevole metamorfosi con una bontà e una mancanza d’onestà che m’incantano e m’intristiscono.

Quando hai deciso di piegarti in questo modo?
Quando hai deciso che il bisogno debba essere più forte della tua dignità?
E se non l’avessi fatto, se la tua innocenza e la tua rinuncia non avessero gettato me – ombra che t’accompagna – in estasi e sconforto, passerei le mie nottate a scriverti lettere?
Mi rispondo di sì perché – prima di essere ombra che striscia fra le tue ombre mescolandovisi – io sono ombra proiettata dall’immensa luce che è in te; dunque, avendo bisogno della luce che il tuo cuore scaturisce (posso quasi vedere le spine che lo circondano), nell’odio più profondo per chiunque cerchi di spegnerla o sia di tanto in tanto responsabile del suo affievolirsi, io chiudo gli occhi e decido che chi ti fa del male non esiste; li tengo chiusi a lungo, senza dubitare del fatto che, quando li avrò riaperti, il Diavolo sarà scomparso.
No, non per terrore chiudo gli occhi, ma per trovare la concentrazione che una magia di tale portata richiede.
Far scomparire il nemico è di tutte le magie la più sublime:
una sparizione; un’affermazione di potere; una cura al dolore, tuo e mio; annientamento della distanza fra volontà e realtà; una magia fatta di gioia pura, incandescente e violenta; una magia senza lacrime.

May 23

Io So Come Ti Senti – Lettere ad un Artista

23/5/2014

Io so come ti senti.
Comprendo fino in fondo la sottile e contorta maledizione per cui non riesci ad essere presente come vorresti; sei sempre un passo avanti o dieci indietro, perso fra quello che è stato e quello che speri per il futuro.
Niente ha importanza, a meno che non sia scritto su un foglio o inciso sulla parete interna del tuo cuore, lì dove nessuno può leggerlo, giudicarlo o parlarne fino a fargli perdere di senso.
Questo è un mondo violento, e violento sei anche tu, a tuo modo: brutale con te stesso, irrimediabilmente cinico quando si tratta dei tuoi bisogni, ma al tempo stesso disperatamente speranzoso riguardo al fatto che, all’esterno, ci sia qualcuno in grado di spegnere la sete che non ti ha mai abbandonato dal giorno in cui formulasti il tuo primo pensiero.
Arrivi a sfiorare l’idea di tradirti, di appendere l’anima al chiodo e fingere di non accorgerti di quanto ti senta inadeguato, sempre combattuto fra l’amore per il tormento che ti dona la presunzione d’essere speciale e la sorda voglia di liberartene.
Come Caino porti un segno sulla fronte, tutti intuiscono cosa sei ma a nessuno è dato di toccarti.
Hai lasciato che qualcuno si aggrappasse a te, nella speranza che la sua leggerezza potesse contagiarti, ma adesso ti ritrovi a fare i conti col fatto che ciò che è stato spacciato per leggerezza era in realtà un vuoto acido e senza soluzione.
Un giorno arriverà la conferma che aspetti. Un giorno una mano amorevole si poserà sulla tua fronte, forse non cancellando il marchio, ma alleviando il dolore che con sé porta.
Un giorno accadrà, anche se non lo credi, e sarai sorpreso nello scoprire che la felicità non è fatta di cartone, che anche un poeta storpio ha il suo angolo di paradiso, dove non sentirsi poi così fuori luogo. Ti accorgerai che non c’è bisogno di camuffare la voce perché qualcuno decida di ascoltarti.
Ci vorrà solo più tempo; tempo che non abbiamo, considerando che viviamo tutti un grande conto alla rovescia, ma nel caso in cui la fortuna dovesse sorriderci, allora forse il momento giungerà prima dello zero.
Adesso starai pensando che io voglia solo incoraggiarti, che cerchi un lieto fine a basso costo per la mia storia, ma credimi, non è così.
Io sono solo l’ombra proiettata al tuo fianco durante il cammino fra Inferno e Purgatorio, un’ombra con la presunzione e la speranza di poter vegliare su di te, che condividi in fondo le mie stesse pene e i miei stessi sogni.
Io so come ti senti.