La Dea nel Deserto – The Goddes in the Desert
A fare la divinità non è sempre il potere; talvolta è più determinante cosa invece non si possa fare.
Morire, per esempio: gli déi non ne sono capaci.
Ci fu una donna che diventò dea solo durante la propria traversata del deserto.
Era sempre stata dotata di grande intelletto, di un cuore generoso e di fulgida bellezza, ma divenne divina camminando in solitudine, fra la polvere.
In molti hanno dedotto che la bellezza di una rosa del deserto sia legata alla sua rarità, altri l’hanno attribuita alle difficili condizioni in cui cresce, ma lei comprese la verità: le rose del deserto crescono là dove è molto probabile che nessuno le veda, mai; esse sono dunque alimentate da un amore cieco e sordo per il bello, come l’arte che – più forte dell’artista – è indifferente allo spettatore.
Comprendendo ciò, la donna cominciò ad assumere i tratti della dea; la trasformazione definitiva avvenne però attraverso la perdita di una capacità: quella di piangere.
La dea avrebbe voluto regalare al deserto le proprie lacrime, affinché diventasse meno aspro nei confronti dei viandanti e delle rose, ma si rese conto di non esserne più in grado.
Pur trovandovisi in mezzo, osservava le asperità del deserto con distacco, col cuore chiuso in uno scrigno e la mente ancorata a stelle fredde.
Non era più in grado di piangere e neppure ve n’era ragione.
Proseguì verso Est, portando con sé una tempesta di sabbia.
The Goddess in the Desert
Might is not always the prerogative of divinity; sometimes the determining thing is what is not possible to do.
Dying, for example: gods are not able to do it.
There was a woman who became a goddess only while crossing the desert.
She always had great intelligence, a generous heart and shining beauty, but she gained divinity walking alone, among the dust.
Many came to the conclusion that the beauty of a desert rose has something to do with the fact that it’s something rare, others thought that it’s because of the hard condition it faces while growing, but she understood the truth: desert roses grow there where most likely no one will ever see them; they are feeded by a deaf and blind love for beauty, like art, which – being stronger than artists – is not concerned about those who observe.
Understanding this, the woman started earning the features of a goddess; though, the real transformation happened through losing an ability: the ability to cry.
She would have liked to gift the desert her own tears, so that the desert would become less bitter towards wayfarer and roses, but she realised she was no longer able to.
Even though having it all around her, she observed the harshness of the desert from a long distance, with her heart locked in a treasure chest and her mind anchored to cold stars.
She was no longer able to cry, and neither there was a reason for doing it.
She moved towards Est, carrying with her a dust devil.